Sul prezzo della Vanità

Stavo guardando alcuni video tutorial di make up e, mentre cercavo di estrarre la somma sapienza da questi maestri del colore e dell’uso dei pennelli su una tela singolare come la pelle umana, mi sono venute alla mente le parole di un mio caro amico. Come mio solito, quando parlo con altri maschi, generalmente non si crea quel rapporto di solidarietà tipico di gente che appartiene al medesimo gruppo; al contrario, tendiamo sempre per finire a divergere quasi completamente sia nei modi, sia nei punti di vista.
Tant’è, anche stavolta non si è creato il magico legame, soprattutto dopo la sua uscita a riguardo del fatto che

“Le ragazze, insomma, devono curarsi: le unghie, i trucchi, i tacchi. Solo così sono belle!”

E il suo discorso proseguiva dicendo che questa minuzia nell'aspetto fisico rappresentava anche un gesto nei confronti della persona che si trovavano a dover incontrare.
Nell’udire ciò, il mio animo ha avuto un moto di restringimento all’altezza dello stomaco. L’ho squadrato, lui vestito con jeans e scarpe da ginnastica rovinate. A questo punto, il mio sopracciglio ha avuto il suo proverbiale, spigoloso innalzamento. Ora, io non mi soffermerò sul peso che la pressione e l’aspettativa sociale che grava sulle spalle di ogni ragazza ogni volta che qualcuno pronuncia parole del genere, ma resterò (come feci allora) sul piano più pragmatico.
“Hai mai provato a farti le unghie? Lo smalto, intendo…”
Lui si mette a ridere, come se fosse uno scherzo. Ma io lo guardai mortalmente serio.
“Beh, ovvio no! Sono un ragazzo, se non l’hai notato!”
Sorvolando sul fatto che, pur con tutte le prerogative che mi appartengono, lo sono anche io, l’ho guardato come un gatto che sta per mettere all’angolo il suo topo. Gli guardai i piedi.
“E a mettere dei tacchi? Ah, no beh, porti il 45, immagino nemmeno esistano di quella misura!”
Lo provocai, ben sapendo che in realtà ci sono. Lui mi guardava senza capire.
“E la ceretta? Se vuoi te la faccio gratis, ho lo scaldacera…”
Quando lui rispose imbarazzato che faceva troppo male e che non se la sarebbe fatta per niente al mondo, lo guardai con rimprovero. Fortunatamente, è un caro amico e immediatamente capì cosa mi aveva dato fastidio. Io queste cose le so perché le ho provate sulla mia pelle e so anche che fatica costa, spesso, passare più di un’ora (o due…) in bagno per fare un trucco perfetto, salvo poi vedere persone che lo danno per scontato. Io non chiedo e non impongo ai ragazzi di fare palestra, di non essere grassi, di fare questo e quello per essere attraenti per me. Peraltro, ci sono ragazzi palestrati orrendi che invece conservando la proverbiale pancetta sarebbero assai più affascinanti: questione di prospettiva e di punti di vista, oltre che di gusto.
Il succo è che è sbagliato fare pressioni affinché le persone siano carine PER TE. Queste routine di bellezza sono utili se servono a noi per sentirci meglio con noi stessi: perché costano sacrificio e perché non penso che nessuno dovrebbe permettersi di dire, ad esempio, a una ragazza che è bella solo col tacco 12, men che meno se la calzatura più alta che lui abbia mai indossato sia stata una Nike col rialzo. Farsi le unghie e dover aspettare più di mezz’ora prima di ritornare abile di fare qualsiasi cosa con le mani, il trucco che va messo con cura e che comunque finirà per sbavarsi quando meno te lo aspetti, il caldo, il male ai piedi e alla schiena, ballare e anche solo stare in piedi tutta la sera su delle scarpe simili.

Tutto questo ha un prezzo: è il prezzo della vanità, che non è una brutta parola. A mio parere, ha senso che questo scotto sia pagato solo per fare del bene a noi stessi. Nessuno dovrebbe imporci la Vanità, perché essa è fatta solo per far star meglio noi.

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